«Hanno posto / Lo specchio nella terra, sotto la neve, / Come fosse un seme; come la spiga del cielo / Che deve marcire a lungo nel fango del mondo»
Lucrezio lo sapeva:
Apri il baule,
Vedrai, è colmo di neve
Che turbina
E a volte due fiocchi
S’incontrano, unendosi
Oppure uno si volta, graziosamente
Nella sua poca morte.
Di dove quel chiarore
In alcune parole
Quando l’una non è che notte,
L’altra, solo sogno?
Di queste due ombre
Che, ridendo, vanno
E l’una raggomitolata
In una lana rossa?
Yves Bonnefoy
da "Inizio e fine della neve", Einaudi, 2001
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