sabato 20 aprile 2013

Esercitazione: Tracce temi per l'esame di terza media

1- Come vedi il mondo della scuola oggi? Come vivi la tua quotidiana esperienza scolastica? Quali sono le tue proposte per migliorare la comunicazione tra docenti e studenti? 

2- E' trascorso poco più di un decennio dall'inizio del terzo millennio. Che bilanci possiamo fare dal punto di vista sociale, culturale ed economico? Racconta anche come hai vissuto tu questi dieci anni in rapporto agli eventi della storia mondiale.

3- Relaziona su un'attività scolastica svolta quest'anno (uscita didattica, trattamento di un argomento disciplinare, orientamento, manifestazione sportiva, etc.), esponendone i contenuti, mettendo in evidenza il procedimento con cui è stata condotta, sottolineando le argomentazioni più importanti e le conclusioni a cui si è giunti.

4- Pensa ad una persona cara ed immaginata lontana: attraverso una lettera, parlale dei tuoi progetti futuri esprimendo speranze, sogni ed aspettative.




domenica 14 aprile 2013

Riflessioni sul discorso di Obama ai giovani israeliani (per la 3A)


Dopo aver letto attentamente il testo che segue e facendo riferimento a quanto studiato sia in Storia che in Geografia sulla questione Israelo-Palestinese, scrivi delle riflessioni personali per giovedì 18 aprile.


Durante la visita in Israele e nei Territori Occupati, il presidente Usa ha definito giusta e necessaria la pace. Perché Israele rimanga uno Stato ebraico serve che nasca una Palestina libera.

Se le parole potessero smuovere le montagne, non c’è dubbio che quelle proferite da Barack Obama nella sua prima visita presidenziale in Israele e nei Territori palestinesi rappresenterebbero una possente leva per rimuovere quella fatta di diffidenza, ostilità, assenza di coraggio politico, velleità espansionistiche e avidità di potere che ostruisce il cammino di pace israelo-palestinese.
Di certo, il “discorso delle verità” pronunciato dal capo di Stato Usa davanti a 3 mila giovani israeliani assiepati nel Jerusalem Convention Center è uno dei più alti tra quelli della sua presidenza. Alto perché politicamente non reticente e percorso da un concetto di fondo che ha una valenza storico-politica dirompente.
La pace, rimarca Obama, non è una concessione, per quanto nobile, che Israele fa ai palestinesi. È ben altra cosa: è l’unico modo che Israele ha per preservare i due pilastri su cui si basano la sua identità nazionale e i suoi caratteri statuali: il pilastro della democrazia e quello dell’ebraicità.
La pace è giusta, dice ancora Obama, introducendo nell’arena politica il principio di “giustizia”. “Mettetevi nei loro panni - afferma il presidente rivolto ai giovani israeliani - guardate il mondo attraverso i loro occhi: non è giusto che una bambina palestinese non possa crescere in un proprio Stato e debba convivere con un esercito straniero che ogni singolo giorno controlla i movimenti dei suoi genitori”.
E ancora: “Non è giusto che la violenza dei coloni contro i palestinesi rimanga impunita. Non è giusto impedire ai palestinesi di coltivare le proprie terre; limitare la possibilità di uno studente di spostarsi all’interno della Cisgiordania, o allontanare le famiglie palestinesi dalle loro case. La risposta non sta nell’occupazione, né nell’espulsione. Così come gli israeliani hanno costruito un loro Stato nella loro patria, i palestinesi hanno il diritto di essere un popolo libero nella propria terra”.
Obama sa bene che la traduzione di queste affermazioni in strategia politica si scontra con un governo israeliano dove pesa la destra nazionalista, laica ma non per questo meglio disposta ad ascoltare le ragioni dell’altro da sé.
Le parole, certo, non fermano da sole le ruspe israeliane, che danno attuazione ai piani di colonizzazione portati avanti da Israele (nel 2012, il 17% in più di insediamenti, record dal 1967). Le parole, certo, non riaccendono da sole la speranza tra la gente palestinese che, non poteva essere altrimenti, ha accolto con freddezza la visita del presidente americano.

La pace ha bisogno di atti concreti, sia pur non risolutivi; di accordi interinali capaci, quanto meno, di rendere meno soffocante la quotidianità di centinaia di migliaia di palestinesi. La pace ha bisogno di ponti di dialogo e non di “muri” di oppressione (o di bus "segregazionisti”).
Tuttavia, le parole hanno un loro peso. Soprattutto quando raccontano la verità storica; quando mettono popoli e leadership di fronte alle loro responsabilità. Senza sconti.

In questo, le parole di Barack Obama escono dalla cronaca per entrare nella storia.

Adatt. da http://temi.repubblica.it/limes/da-obama-il-discorso-della-verita-su-israele-e-palestina/43859

mercoledì 10 aprile 2013

Piccola Biblioteca - Scuola primaria e secondaria di I grado




La Funzione Strumentale Area 2, prof. Nicola Contegreco, comunica che da subito è disponibile per gli alunni che ne volessero usufruire una “Piccola Biblioteca” composta di volumi su diversi argomenti, il cui elenco è riportato di seguito e all’interno del blog officina scolastica.blogspot.it
Il servizio è svolto direttamente dagli studenti della Scuola secondaria. I docenti possono raccogliere le eventuali richieste degli alunni della propria classe e comunicarle all’indirizzo email nicolacontegreco@hotmail.com

"Caterina va in città" - Analisi - 3A



Possiamo dividere il film in 4 parti: descrivete a parole vostre ognuna di esse e le vostre impressioni personali riguardo a certe scene che vi hanno particolarmente colpito:
- arrivo di Caterina a Roma;
- amicizia con Margherita (conoscenza del suo mondo)
- amicizia con Daniela (conoscenza del suo mondo)
- finale

Analizzate, inoltre, i sentimenti e le emozioni che man mano vengono fuori nella storia (ad esempio: amicizia, stupore, curiosità, invidia, amore, etc...) facendo riferimento ai momenti del film in cui essi sono rappresentati.